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Primiero, le Pale e Paneveggio, un anno dopo Vaia

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Visualizza questo post su Instagram È tardi, treno fermo in banchina e non ti lasciano salire, sai che ci sono problemi lungo il percorso, sai che quando arrivi dovrai affrontare un paio di ore di macchina di cui l'ultima parte resa un po' difficile dal maltempo dei giorni scorsi, sai che probabilmente pioverà ancora e sai che di imprevisti e problemi se ne stanno ammucchiando un po' lungo il percorso. Alzi gli occhi e tiri il fiato, dopo di ché ti ripeti l'unica cosa che hai imparato in trentasette anni di vita: la serenità è una condizione dello spirito che nulla ha a che fare con il contesto in cui vivi. Quindi respiri e sorridi per il cielo azzurro e la successione di arcate che ti saluta da lì sopra. Stasera abbraccerai chi ami, quale che sia l'ora a cui arriverai a casa, accarezzerai i tuoi cani e domani sera sarai di ritorno a casa con tua figlia e te la godrai insieme alla tua compagna per qualche

Dell'importanza di allenarsi o di come si mutano i sogni in progetti

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Sta albeggiando mentre inizio a scrivere questo post. Sto aspettando che la lavatrice finisca il suo ciclo, per stendere tutto, finire di vestirmi e andare al lavoro. Dentro ci sono i vestiti che prima dell'alba ho usato per andare a correre: quando sono rientrato, poco più di un'ora fa, erano bagnati fradici, non per il sudore, ma perché piove abbondantemente. Ho corso una ventina scarsa di minuti, ma ho deciso di farlo lo stesso, anche se quando ho spento la sveglia con ancora gli occhi chiusi già sentivo l'acqua tamburellare contro i vetri della finestra. Ora guardo fuori da quella finestra e vedo gli alberi mossi dal vento in un'irreale bellissima luce gialla che invade il campo visivo nella sua interezza. Non posso non pensare che se ci fossero state queste condizioni mentre ero là fuori forse avrei corso un pochino di più: correre al buio nella pioggia o nella nebbia con la torcia frontale in testa è un po' come guardare il mondo attraverso l'anima